lunedì 6 agosto 2012

La Comunità Europea vieta le sementi tradizionali!

Alla faccia della «libera circolazione di uomini, merci e capitali», dogma che viene sempre usato per colpire i Diritti dei cittadini, questa volta, in nome dei profitti delle grosse corporation, con sentenza del 12 luglio, la Corte di Giustizia della UE ha confermato il divieto di commercializzare le sementi delle varietà tradizionali e diversificate che non sono iscritte nel catalogo ufficiale europeo. Queste piante hanno nutrito la popolazione europea da millenni. Ma è questo il nucleo di «progressismo» (di stampo turbocapitalista) che è la dottrina ufficiale del potere eurocratico: l'esperienza plurimillenaria che l'umanità si è tramandata (la «tradizione») non conta nulla, non è che tenebra e sospetta superstizione; l'ultima parola cui dar fiducia, in fatto disementi, è quella della «scienza», qual è rappresentata da Monsanto, Syngenta e le relative lobbies da queste pagate). È il bello della nuova forma di governo, la tecnocrazia pan-europea, che sta sostituendo i governi eletti dopo averli esautorati, resi irresponsabili e privati della sovranità nelle decisioni che contano.
Per intanto, la drastica riduzione delle varietà e la preferenza date alle artificiali che questa sentenza porta, non solo ridurrà ancor più la biodiversità, ma priverà l'alimentazione degli europei delle 15-30 mila sostanze (se ne scoprono di continuo di nuove) immuno-attivanti, anti-ossidanti, coenzimatiche, essenziali per la salute umana che si trovano nelle verdure e frutta naturali.

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