lunedì 26 marzo 2018

Prima del Reddito di Cittadinanza


Negli ultimi tempi si fa un gran parlare della proposta del M5S di RDC, come se fosse una novità nel panorama politico italiano. Ma chi proviene da una certa storia politica ricorderà molto bene che già più di 20 anni fa, nel 1995, la Fiamma Tricolore aveva (ed ha tuttora) nel suo programma la richiesta di introduzione di un Reddito Monetario di Cittadinanza e che uno dei punti cardine dell’azione politica del MSFT già in quegli anni era la proposta del salario minimo di inserimento sociale. Ciò grazie alla sensibilità sociale e politica di un personaggio non convenzionale come Pino Rauti, definito negli anni ‘70 dalla sovietica Pravda come un “incendiario di anime”, espressione di un Nazionalismo rivoluzionario socialmente e culturalmente alternativo alla ‘destra’ borghese funzionale ai diktat neoliberisti! Un Nazionalismo che aveva nel concetto radicale di Giustizia Sociale e nella messa in discussione del capitalismo i pilastri di una cultura politica realmente riformatrice e attenta alle esigenze e ai bisogni delle classi popolari e delle fasce più deboli della società (oggi in pauroso aumento) spesso snobbate dai politicanti reazionari. Rauti già ai tempi era conscio che uno dei problemi più grossi che attanagliano l’Italia è senza dubbio quello della disoccupazione cronica, della disoccupazione involontaria permanente, e che l’unica via per combattere adeguatamente questo cancro rimane quella del reddito minimo! Una battaglia purtroppo dimenticata!


L'articolo sotto, del 1999, dimostra come già anche 20 anni fa la disoccupazione cronica fosse un problema rilevante nella nostra nazione. Oggi le cose sono peggiorate, ma poche, pochissime, sono le soluzioni proposte, purtroppo!